TUTTE LE DONNE DIETRO LA STORIA (ARTICOLO)

TUTTE LE DONNE DIETRO LA STORIA

Repubblica — 28 maggio 2004   pagina 1   sezione: NAPOLI

Far emergere e valorizzare il pensiero e le azioni delle donne evidenziando la presenza femminile nel cammino delle società attraverso la ricerca, la conservazione, la pubblicazione di fonti e documenti relativi alla loro storia, a cominciare da quanto è custodito negli archivi e nelle biblioteche del Mezzogiorno. Questo si prefigge la "Fondazione Pasquale Valerio per la Storia delle Donne", che s' inaugura oggi sotto il patrocinio dell' Università Federico II. Ideatrice e promotrice del progetto è la storica e teologa Adriana Valerio, che nell' ateneo fredericiano insegna Storia del Cristianesimo e delle Chiese. «Ho pensato che creare una fondazione - di cui sarà presidentessa a vita, sottolinea con un sorriso - potesse garantirmi una certa libertà di manovra. Troppo spesso le istituzioni, nonostante le ottime intenzioni dei loro rappresentanti, finiscono per risultare poco fattive». E se la professoressa rifugge qualcosa è la mancanza di concretezza. La sua fondazione, infatti, è nata nel giugno del 2003. «Ma non ho voluto inaugurarla subito - puntualizza - per evitare di fare semplici dichiarazioni programmatiche e poi, magari, farle cadere nel nulla». Così oggi, assieme alla Fondazione, verrà presentato anche il primo volume dell' "Archivio per la Storia delle Donne", che ricopre una sua specificità nella pubblicazione esclusiva del pensiero al femminile.

«Mancava, nell' ambito degli studi di genere - spiega Adriana Valerio - uno strumento che desse integralmente conto di fonti inedite e aperte a molteplici letture. Il confronto con testi redatti nel volgare usato da donne di media cultura, ad esempio, può tornare particolarmente utile, oltre che agli storici e ai teologi, pure agli storici della lingua». L' appuntamento è alle 17,30 nella chiesa dei santi Marcellino e Festo, in largo San Marcellino 10. Dopo il saluto del sindaco Rosa Russo Iervolino, interventi del rettore della Federico II Guido Trombetti, del presidente del polo delle Scienze umane e sociali Giuseppe Cantillo, del preside della Facoltà di Lettere e Filosofia Antonio Nazzaro, del direttore del dipartimento di Discipline storiche Giovanni Muto. Poi gli storici Giuseppe Galasso, Irmtraud Fischer e Roberto Rusconi presenteranno il primo tomo dell' "Archivio per la Storia delle Donne", edito da D' Auria. Alle 19 un concerto dell' Alma Mahler Sinfonietta, diretta da Stefania Rinaldi. In programma brani di compositrici otto e novecentesche come Henriette Bosmans, Alma Mahler, Teresa Procaccini, Clara Schumann. Direttrice dal 1999 al 2001 all' Istituto Suor Orsola Benincasa del centro Adelaide Pignatelli per gli studi storico-religiosi e attuale presidentessa - la prima italiana in vent' anni - dell' European Society of Women for Theological Research, in qualità di consigliera nella consulta femminile della Regione Campania la Valerio ha avviato il progetto Dracma per la valorizzazione del patrimonio archivistico partenopeo. Ha ben chiare, perciò, le condizioni in cui si trova a operare. «In altre parti d' Italia, da Firenze a Roma a Milano, sono attivate da tempo innumerevoli iniziative per dare risalto ai materiali conservati negli archivi e nelle biblioteche locali. A Napoli questo spirito manca. Anche per carenze strutturali, inutile negarlo. Ma il valore documentario delle fonti è straordinario e la storia della città merita migliore considerazione». Adriana Valerio immagina adesso, per la città e per la Regione, un «archivio della memoria che dia visibilità e considerazione della cultura e della tradizione laica e religiosa femminile». Varrà la pena cogliere l' occasione, o quello che è forse un segno del destino. «La Campania, al momento, ha la fortuna di avere cinque direttrici degli archivi - Napoli, Salerno, Benevento, Caserta, Avellino - e una sovrintendente ai beni archivistici: ben sei donne. Munite, in quanto tali, della sensibilità necessaria a tenere nella giusta considerazione il patrimonio di cui sono responsabili che, di norma, non lascia emergere la presenza femminile». Sintomatici di tale "norma" i risultati cui hanno portato le ricerche condotte, nell' ambito del progetto Dracma, in collaborazione con l' Archivio di Stato, sull' anno giudiziario 1930. «Le schede d' archivio registrano di norma, appunto, il nome di chi compie un delitto e il suo movente. Compilando una nuova scheda, attenta anche al coinvolgimento femminile nel caso, abbiamo aggiunto un' altra voce: chi il delitto lo subisce. In questo modo, nei fatti di sangue, abbiamo potuto rilevare il coinvolgimento sia maschile sia femminile. Spesse volte, come sappiamo, le donne subiscono il delitto. Eppure la loro presenza non appare se non svolgendo la ricerca in maniera da porre determinate domande agli incartamenti». Deriva da questa esperienza il progetto d' inventariare il patrimonio degli archivi con schede strutturate in maniera da rintracciare la presenza femminile anche laddove sembrerebbe non esistere. Il Fondo Doria della Biblioteca Nazionale, ad esempio. «Fondo indubbiamente maschile, eppure ricchissimo di documentazione femminile. Perché il Doria, molto interessato alla dimensione del viaggio, lo era altrettanto, di conseguenza, alle figure delle viaggiatrici». è sufficiente, insomma, interrogare nel modo giusto le fonti disponibili per mettere in luce, anche dove sembrerebbe non essercene traccia alcuna, un vissuto al femminile. Sia pure di riflesso e in subordinazione al vissuto maschile. «Personalmente, da teologa, ho studiato i fondi dei processi relativi al clero, quindi apparentemente lontanissimi dalla componente femminile. E invece riguardanti, per lo più, violenze carnali o casi di concubinato. A ben vedere, quindi, relativi non agli uomini, bensì agli uomini in rapporto alle donne. O meglio, all' annoso problema della convivenza tra uomini e donne». Non è casuale che la Fondazione Valerio sia intitolata al padre di Adriana, Pasquale, studioso di Dante e di mistica cristiana. Scelta precisa, meditata, dal duplice significato. «Innanzitutto è una Fondazione di famiglia, dedicata dai suoi cinque figli a un padre perso troppo presto. Poi, portando il nome di un uomo e interessandosi alle donne, sarà chiaro che non si tratta di un' iniziativa fatta esclusivamente dalle donne e per le donne, che vuole essere un luogo d' incontro e non di separazione. Nel comitato scientifico, ovviamente, ci sono degli uomini. Per secoli abbiamo studiato la cultura maschile, è tempo che loro studino la nostra. Deve essere un processo reciproco, improntato all' arricchimento culturale. La ghettizzazione di genere va superata anche in ambito accademico, dove purtroppo, a tutt' oggi, prospera». La sede della Fondazione è a Palazzo Pignatelli, in Calata Trinità Maggiore. «Non poteva essere diversamente. Napoli è la città dove vivo, dove insegno e dove la mia famiglia - bisnonno garibaldino, nonno medico dei Pompieri, zia tra le primissime italiane laureate - è da sempre radicata». Ma il respiro dell' iniziativa è internazionale. «è già stata stipulata una convenzione con l' Università Teologica di Salamanca per una ricerca sugli archivi spagnoli, arriveranno altri accordi con le accademie europee, probabilmente apriremo una sede a Ginevra. La cultura napoletana non merita il provincialismo». ROSA VISCARDI

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